All’azienda vinicola abruzzese è stato conferito il Premio Sostenibilità ai Golden Vines di Parigi, un onore per il suo impegno pionieristico riconosciuto da una giuria composta da più di mille esperti del settore vinicolo internazionale.
Un riconoscimento all’abnegazione storica sviluppata in tempi non sospetti e non al seguire l’attuale corrente ecologista. Così va interpretato il Gucci Sustainability Award assegnato all’impresa abruzzese Emidio Pepe durante i Golden Vines, una cerimonia avvenuta a Parigi, presso l’Opéra Garnier. Questo premio celebra annualmente “le cantine che detengono un ruolo guida nel promuovere e realizzare pratiche sostenibili, tanto nel vigneto quanto al di fuori”, riconoscendo che “un vino pregiato è intrinsecamente il risultato di persone straordinarie che lavorano con un terreno d’eccezione”, ed è conferito da una giuria formata da oltre mille esperti del settore vinicolo globale, tra cui ventisette Masters of Wine (includendo Adrian Garforth, presidente della giuria insieme a Steve Mathiasson e Hervé Berland) e 22 Masters Sommelier. Quest’anno il premio è stato attribuito alla cantina di Torano Nuovo, in provincia di Teramo, fondata nel 1964 da Emidio Pepe con l’intento di valorizzare e prolungare la vita del Montepulciano d’Abruzzo e del Trebbiano d’Abruzzo, allora sottovalutati, e ora diretta dalle figlie Sofia e Daniela.
Pratiche virtuose
Il riconoscimento è stato accolto da Chiara De Iuliis Pepe, nipote di Emidio, visibilmente commossa eppure ferma nel sottolineare l’impegno etico nella tutela dell’ambiente. Tale dedizione si esprime nella promozione della biodiversità con la rotazione delle colture e la messa a dimora di alberi lungo i confini dei vigneti, nel mantenimento costante di copertura vegetale nei vigneti tramite sovesci o erbe autoctone, riducendo notevolmente il bisogno di lavorare il suolo con i trattori e, di conseguenza, le emissioni di CO2, nell’utilizzo dell’acqua pluviale per la cura delle piante, nel diminuire l’uso di rame e zolfo attraverso l’esperimento di applicare latte crudo vaporizzato sulle piante, nel compostaggio dei resti di vendemmia e potatura quali uniche fonti di nutrimento del suolo, nell’allestire alveari vicino ai vigneti per favorire l’impollinazione tramite le api e generare sinergie con le piante utili alla produzione di miele collocate tra i ranghi di viti, e nel persistente rifiuto da sessant’anni verso i prodotti chimici, dimostrazione di un’eccezionale consapevolezza ambientale.
Visione futura del valore
Tutte queste azioni, sia attive che passive, sono state ritenute essenziali dalla giuria, la quale aveva il compito di valutare i miglioramenti tangibili e verificabili sull’impatto ambientale legati alle attività vitivinicole, l’effettiva dedizione al progresso sociale sia interno che esterno all’azienda, la netta riduzione delle emissioni di carbonio e gli investimenti a lungo termine volti a perseguire questi scopi. Nel caso di Emidio Pepe, è stato semplice notare la storica dedizione della famiglia verso la comprensione del proprio terreno, la sinergia tra individui, luoghi e piante, e l’elaborazione di metodologie agricole biologiche e biodinamiche che conferiscono ai vini una straordinaria possibilità di invecchiamento. In particolare, è la percezione del significato di queste iniziative, originate per fronteggiare i cambiamenti climatici, che si trasformano in opportunità per il futuro della compagnia e della regione circostante.